Mario Bellini è uno dei designer ed architetti più noti al mondo. Con i suoi 86 anni rappresenta sicuramente uno dei professionisti/artisti maggiormente noti nel settore, grazie ad una carriera che inizia nel 1965 con la partecipazione al progetto del celebre P101, ovvero il primo personal computer al mondo, realizzato dalla Olivetti per cui Bellini all’epoca lavorava come capo consulente design.
Un progetto che supera, per importanza, il suo primo lavoro, la progettazione di una linea di arredi per un commercio in esclusiva per la Rinascente.
Dal 1965 in poi Mario Bellini si è sempre proiettato nel futuro, con un occhio al design ed un altro alla progettazione architettonica, due realtà, che per sua stessa ammissione, possono essere tangenti, ma restano sempre differenti e non necessariamente interscambiabili.
Sicuramente il P101 ha contribuito a lanciare il designer milanese nel mondo dei grandi progettisti, ma sono state le continue conferme della sua capacità progettistica a confermarlo come tale.
Dalla consulenza alla Renault alla progettazione di sedie, tavoli e divani per brand come Cassina (chi non conosce la celebre Cab, la sedia che dal 1977 ad oggi ha venduto migliaia e migliaia di pezzi), Flos, Kartell e molti altri.
Ed intanto la sua carriera si è arricchita di esperienze che vanno dall’insegnamento in prestigiose scuole di design all’editoria (ha diretto il periodico di architettura e design dal 1986 al 1991) fino, naturalmente, alla progettazione di grandi opere, che vanno dall’ala islamica del Louvre al Museo della Storia di Bologna, dal Natuzzi Americas Headquarters negli USA al Tokyo Design Center in Giappone e al Museo a Melbourne in Australia, il più grande dell’Emisfero Sud, uno dei progetti che maggiormente ha portato soddisfazioni al designer.
E molti sono i progetti in fase di completamento e in embrione: basta pensare che ha in cantiere il progetto per l’impianto sportivo per Quatar 2022.
La sua fama è confermata anche dalle personali che gli vengono dedicate, la più importante delle quali è quella del MoMA (Museum of Modern Art) di New York, nel 1987, ma l’ultimo capolavoro dell’architetto-designer non è qualcosa di catalogabile in nessuno dei due settori da lui amati e praticati. Si tratta infatti di un libro fotografico.
Pubblicato nell’autunno del 2015, ‘Mario Bellini USA 1972’ è un viaggio nel passato, e raccoglie le foto più significative di un viaggio effettuato negli Stati Uniti proprio in quell’anno.
Si tratta di una raccolta di 136 foto a colori che raccontano di uno stile di vita ormai scomparso, di un periodo fatto di hippies e mormoni, di artisti più o meno celebri e del loro modo di vivere, ma anche di un’America che oggi non esiste più.
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